ROMA – Legge contro gli sprechi alimentari. È stato approvato dal Senato nella seduta del 2 agosto il Ddl sugli sprechi alimentari, il disegno di legge sulla donazione, la distribuzione di alimenti e prodotti farmaceutici per solidarietà, che ora dopo essere già passato alla Camera diventa legge.
Le principali novità del provvedimento sono riassunte dal Ministero delle Politiche agricole, che così ha commentato l’approvazione: “è una delle più belle e concrete eredità di Expo Milano 2015. L’abbiamo presentata lo scorso anno nel nostro Piano SprecoZero proprio durante l’Esposizione universale ed è una traduzione in fatti dei principi della Carta di Milano. Un provvedimento che conferma l’Italia alla guida della lotta agli sprechi alimentari, che ancora oggi hanno proporzioni inaccettabili. 12 miliardi di euro solo nel nostro Paese. Con questa norma ci avviciniamo sempre di più all’obiettivo di recuperare 1 milione di tonnellate di cibo e donarle a chi ne ha bisogno attraverso il lavoro insostituibile degli enti caritativi”.
Verranno introdotte semplificazioni nella burocrazia della donazione, quindi possibilità per i Comuni di sconti sulla Tari di aziende alimentari in caso di donazione, donazione agli indigenti degli alimenti confiscati.
Ancora, verrà rafforzato il Tavolo indigenti del Mipaaf al quale parteciperanno anche organizzazioni agricole, produttive e caritative con 2 milioni destinati al fondo per acquisto degli alimenti. 3 milioni per il triennio 2016-2018, uno per anno, verranno destinanti alla Mipaaf e alla ricerca di progetti innovativi. Il Ministero della Salute potrà pubblicate linee guida contro gli sprechi a destinare a mense scolastiche, aziendali, ospedaliere, sociali e di comunità.
Queste infine le definizioni di eccedenze e sprechi alimentari: “Le eccedenze alimentari consistono nei prodotti alimentari che, fermo restando il mantenimento dei requisiti di igiene e sicurezza, rimangono invenduti per varie cause. Per spreco alimentare si intendono i prodotti alimentari, agricoli e agro-alimentari, ancora commestibili, che vengono scartati dalla catena agroalimentare per ragioni commerciali, estetiche o perché in prossimità della data di scadenza”.
