ROMA – La classifica dei cibi più pericolosi. Questo quanto pubblicato da Coldiretti analizzando i dati del rapporto del Ministero della Salute sul sistema di allerta europeo, del rapporto su allarmi e rischi per residui chimici di varia natura che hanno riguardato gli alimenti circolanti in italia nel 2015.
La classifica, presentata da Coldiretti in occasione Forum internazionale dell’agricoltura e dell’alimentazione di Cernobbio elenca quindici tipi di alimenti che hanno presentato le più alte concentrazioni di sostanze inquinanti. Di sostanze come pesticidi, metalli pesanti, micotossine,residui chimici, diossine e contaminanti microbiologici. Eccola:
- “Frutta secca proveniente dalla Turchia (nocciole) aflatossine oltre i limiti;
- Frutta secca proveniente dalla Cina (arachidi) aflatossine oltre i limiti;
- Erbe officinali e spezie dall’India (peperoncino) microbiologici/pesticidi oltre i limiti;
- Pesce proveniente dalla Spagna (tonno/pesce spada) metalli pesanti in eccesso;
- Frutta e verdura dalla Turchia (fichi secchi/peperoni) aflatossine e pesticidi oltre i limiti;
- Frutta secca proveniente dall’India (semi di sesamo) contaminazione salmonella;
- Frutta secca proveniente dall’Iran (pistacchi) aflatossine oltre i limiti;
- Frutta e verdura da Egitto (olive e fragole) pesticidi oltre i limiti;
- Frutta secca proveniente dagli Stati Uniti (pistacchi) aflatossine oltre i limiti;
- Pesce proveniente dal Vietnam (pangasio) metalli pesanti in eccesso;
- Erbe e spezie dalla Cina (paprika/peperoncino) microbiologici/pesticidi oltre i limiti;
- Latte proveniente dalla Francia (formaggi) contaminazioni microbiologiche;
- Novel food proveniente dagli Stati Uniti sostanze non autorizzate;
- Pollame proveniente dalla Polonia contaminazioni microbiologiche;
- Frutta e verdura proveniente dalla Cina (broccoli/funghi)”.
A margine della classifica Coldiretti ricorda come la produzione agroalimentare italiana sia al vertice per quanto riguarda i controlli sulla sicurezza alimentare e che abbia con lo 0,4% il minor numero di prodotti con residui irregolari. Media europea 1,4%, media paesi extracomunitari 15%.