Ministero Salute e Iss, Poco sale purché iodato

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ROMA – Sale, alimentazione, iodio. È stato presentato ieri dal Ministero della Salute e dall’Istituto superiore di sanità un position statement, un documento sottoscritto da 13 società scientifiche che ha fatto il punto sul consumo di iodio tra la popolazione italiana, in particolare tra i più piccoli, sulla prevenzione del gozzo, dei disordini da carenza iodica.

Un pizzico di sale per tutti? Si di sale iodato. Secondo quanto pubblicato dal Ministero della Salute attualmente più del 60% del sale che acquistiamo è iodato, percentuale doppia rispetto a quanto fosse in commercio meno di quindici anni fa e ciò grazie all’azione delle misure approvate con la Legge 55/2005 nel programma nazionale di iodoprofilassi. Misure per la prevenzione delle criticità derivanti da carenze di iodio, come il gozzo ad esempio, attraverso un’alimentazione adeguata, la vendita di sale iodato, l’utilizzo dello stesso nelle preparazioni alimentari.

Sul piano sanitario oggi in Liguria, Toscana, Marche, Lazio e Sicilia i bambini assumono iodio a sufficienza e in tutte le regioni citate escluse le Marche il gozzo in età scolare può essere considerato sconfitto, non endemico, sceso sotto la soglia di frequenza del 5%. È la prima volta in assoluto che si ottiene un risultato simile con quattro regioni iodosufficienti, due delle quali, Lazio e Marche nel 2012 figuravano come iodocarenti.

Poco sale quindi, sempre considerando i limiti e le raccomandazioni Oms (non più di 5 g al giorno negli adulti, 2-3 g nei bambini sopra il primo anno di vita), ma iodato. I fabbisogni giornalieri di iodio sono pari a 150 µg adulti, 250 µg gravidanza e allattamento, 90-120 µg bambini. Il sale iodato fornisce 30 microgrammi di iodio ogni grammo di sale, e sommato a quanto ne assumiamo di solito, la quantità assunta non supererebbe il 50% di quanto ne avremmo bisogno.

“Tutti possono usare il sale iodato, anche soggetti affetti da patologie tiroidee. Questo perché in condizioni fisiologiche la tiroide è in grado di tollerare fino a 1mg (1000 µg) di iodio al giorno senza che si verifichino effetti avversi, in quanto l’eccesso di iodio viene escreto con le urine. Le persone con patologie tiroidee su base autoimmune possono tollerare quantità inferiori di iodio. Nonostante questa minore tolleranza, il rischio di eccesso di iodio è praticamente inesistente in quanto il consumo di sale iodato raramente aggiunge più di 300 µg di iodio alla dieta giornaliera”.

Info: Poco salute purché iodato 

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