Diabete, dieci regole per assistenza qualificata e sostenibiilità

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ROMA – Dieci regole per la cura del diabete, per il rapporto con il paziente, per la consapevolezza del paziente stesso.

Ieri in occasione del 26° Congresso Nazionale della SID Società italia diabetologia, SID stessa e AMD Associazione medici diabetologi hanno pubblicato il Manifesto dei diabetologi italiani per un’assistenza qualificata e all’avanguardia nella sostenibilità. Un manifesto di intenti che in dieci punti riassume indicazioni per la cura nell’innovazione, per contenere la spesa pubblica, per la sostenibilità e per un’assistenza imperniata sul rapporto e sulla consapevolezza del paziente.

Sollecitare, prevenire, richiedere, raccomandare garantire. Un vero decalogo che riproponiamo qui per intero:

  1. “Sollecitare la persona con diabete ad una partecipazione attiva alla cura della malattia, affinché essa possa essere realmente protagonista di una gestione condivisa della cura e in grado di assumere decisioni e comportamenti appropriati (alimentazione, attività motoria, automonitoraggio glicemico, terapia, assunzione di farmaci orali e/o iniettabili, ecc.).
  2. Educare la persona con diabete ad un automonitoraggio glicemico strutturato (frequenza e orario delle misurazioni, interpretazione dei dati, correzione terapeutica quando applicabile) ma personalizzato in funzione delle necessità cliniche, differenziando le prescrizioni di dispositivi per l’autocontrollo glicemico domiciliare in base al tipo di trattamento, secondo una logica di appropriatezza, e analizzare con scrupolo, congiuntamente, il diario glicemico, possibilmente sfruttando le opportunità offerte dalla moderna tecnologia, soprattutto quando i dati da condividere sono numerosi come nelle persone in trattamento insulinico multi-iniettivo o con microinfusore.
  3. Addestrare la persona con diabete in trattamento insulinico non solo ad un’efficace aggiustamento della dose quando necessario ma anche ad un uso corretto delle penne per le iniezioni di insulina, al fine di evitare sprechi di farmaco con dosi test inappropriatamente elevate, garantendo nel contempo lo standard di sicurezza nella sua somministrazione.
  4. Istruire la persona con diabete in trattamento insulinico ad una corretta tecnica iniettiva al fine di prevenire o risolvere prontamente il problema della lipodistrofie con le possibili conseguenze che queste comportano sia dal punto di vista clinico (variabilità glicemica) che economico (aumento del fabbisogno insulinico).
  5. Richiedere gli esami di laboratorio necessari alla diagnosi, al monitoraggio e alla cura, prestando massima attenzione alle esigenze cliniche individuali, nel rispetto delle linee guida e della specifica appropriatezza clinica.
  6. Prescrivere la terapia anti-iperglicemizzante che, a parità di efficacia e sicurezza, è meno costosa una volta che siano state attentamente considerate tutte le opzioni terapeutiche disponibili e valutando non solo il costo del farmaco ma anche quello dei dispositivi (aghi, lancette,strisce reattive) necessari e raccomandati nelle varie situazioni, verificandone periodicamente l’efficacia e la sicurezza al fine di intervenire tempestivamente in caso di mancato raggiungimento degli obiettivi o di effetti avversi, evitando il fenomeno dell’inerzia terapeutica e interrompendo e sostituendo trattamenti costosi laddove essi si siano dimostrati privi di beneficio, al fine di liberare risorse utili per il bene comune.
  7. Prevenire quanto più possibile l’ipoglicemia, fenomeno totalmente riconducibile alla terapia farmacologica, sia con una scelta oculata fra le varie alternative terapeutiche che con un’adeguata istruzione delle persone con diabete.
  8. Raccomandare alla persona con diabete la massima attenzione alla cura dei propri piedi ed esaminare sempre con scrupolo i piedi delle persone con diabete per identificare e possibilmente correggere le condizioni di rischio e per avviare tempestivamente alla cura le lesioni nelle fasi più precoci, al fine di prevenirne la progressione, riducendo così morbilità, disabilità e i relativi ingenti costi.
  9. Garantire, laddove richiesta, la massima disponibilità ad assistere le persone con diabete ricoverate in ospedale per altra patologia al fine di migliorare gli esiti, accorciare la degenza e contenere sensibilmente la spesa correlata.
  10. Perseguire in ogni circostanza la logica del team diabetologico (medico, infermiere, dietista,ecc.), eventualmente allargato ad altri specialisti (cardiologo, nefrologo, oculista, ecc.) quando necessario per garantire la corretta gestione multidimensionale e multidisciplinare della malattia e nel contempo collaborare coi medici di medicina generale per permettere la piena realizzazione della gestione integrata prevista dal Piano Nazionale della Malattia Diabetica”.

Info: Manifesto diabetologi italiani 

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La Giornata mondiale della salute dedicata al diabete

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