West Nile, la vigilanza Cns sulle trasfusioni, la sorveglianza epidemiologica

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ROMA – West Nile. Con un nota del 31 luglio il Centro nazionale sangue e l’Istituto superiore di sanità informano sul sistema di allerta attivato per il controllo delle donazioni di sangue e della sicurezza delle trasfusioni a seguito dell’epidemia di West Nile che sta interessando il Nord Italia in questi giorni.

Da giugno è stato avviato da Cns e Regioni il piano per la sorveglianza e la prevenzione della trasmissione del virus da trasfusione di emocomponenti labili. Il piano consiste in alert immediati in caso di un nuovo isolamento del virus dai quali consegue l’obbligo per le strutture trasfusionali delle province interessate di effettuare test Nat sulla presenza di WNV su tutte le donazioni. Per evitare la diffusione dell’infezione per via trasfusionale.

Il programma consente la donazione a chi abbia soggiornato (anche per una sola notte) nelle zone interessate dalla presenza del virus, a patto che le strutture di riferimento siano dotate del test. In caso contrario viene attivata la sospensione cautelativa del donatore per 28 giorni. Attualmente sono 13 le positività riscontrate tra i donatori.

Il direttore del Centro Nazionale Sangue, Giancarlo Maria Liumbruno: “Il piano di sorveglianza funziona e il sistema regge come ha retto l’anno scorso all’outbreak del virus Chikungunya che ha colpito la regione Lazio. Ma il dilagare del virus del West Nile, se sottovalutato, può aggravare le carenze di sangue che si registrano annualmente in estate, quando ondate di caldo e vacanze al mare spingono i donatori abituali a disertare l’appuntamento con i centri di raccolta. Ed è qui che le Regioni possono intervenire, adottando ad esempio i test Nat anche nelle province non colpite dal virus per evitare di ricorrere alla sospensione sistematica dei donatori”.

Sorveglianza epidemiologica

In merito alla vigilanza complessiva sulla diffusione del virus in Italia, la sicurezza epidemiologia, la circoscrizione dei casi, la segnalazione delle province rispondono al Piano nazionale integrato di sorveglianza e risposta ai virus West Nile e Usutu – 2017 del Ministero della Salute. Si tratta del piano che regola e integra sia la sorveglianza veterinaria che quella umana e per il quale i casi umani, importati e autoctoni, vengono controllati da giugno a ottobre in tutte le regioni endemiche.

I dati del sistema integrato di vigilanza epidemiologica vengono diffusi attraverso bollettini settimanali. L’ultimo in ordine cronologico è il n.5 del 26 luglio 2018. Citiamo, dati 25 luglio 2018: “Da giugno sono stati segnalati 24 casi umani confermati di infezione da West Nile Virus (WNV), di questi 6 si sono manifestati nella forma neuro-invasiva (4 Veneto, 2 EmiliaRomagna), 9 casi come febbre confermata (5 Emilia-Romagna, 4 Veneto) e 9 casi identificati in donatore di sangue (6 Emilia-Romagna, 3 Veneto). Un caso di Usutu Virus è stato segnalato nel Veneto

Al 19 luglio nell’Unione Europea sono stati segnalati 19 casi umani di infezione da WNV, 12 in Grecia, 4 in Italia, 2 Romania e 1 in Ungheria. Sono stati inoltre segnalati 11 casi umani nei paesi limitrofi tutti dalla Serbia (Fonte: ECDC 2018)”.

Come indicato sia dalla nota del Cns che dalla home dell’area informativa di Epicentro Iss, ricordiamo che il West Nile Virus si trasmette dopo una puntura di zanzara di genere Culex. Molte volte non comporta sintomi e può divenire altamente rischioso o letale su persone indebolite da altre patologie. Rientrano tra queste le malattie croniche che richiedono terapie trasfusionali e per le quali diviene quindi vitale la sorveglianza sulle donazioni.

Info: Cns, sorveglianza su West Nile Virus

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