Tatuaggi, sette milioni di italiani, il 12,8% della popolazione, indagine Iss

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ROMA – Sette milioni di persone tatuate, il 12,8% della popolazione. Questo il dato che emerge da un’indagine che l’Istituto superiore di sanità ha condotto per fotografare quanto e perchè ci si tatua in Italia.

Dai dati pubblicati da Iss – Organismo notificato dispositivi e cosmetici con indagine effettuata in collaborazione con Ipr marketing su un campione di quasi 8000 unità, è risultato che la gran parte delle persone tatuate ha tra i 35 e i 44 anni (29,9%), il 7,7% sono invece i minorenni.

Il 92% è generalmente soddisfatto del proprio tattoo, il 17,2% ha dichiarato invece di volerlo rimuovere e il 4,3% lo ha già rimosso. Di tutti gli uomini e le donne tatuati, lo 0,5% ha dichiarato di averlo fatto per finalità mediche e il 3% per finalità estetiche o trucco permanente.

Le donne sono risultate tra tutte le persone intervistate le più inclini al tatuaggio (13,8%), gli uomini l’11,7%. “Un tatuato su quattro (25,1%) risiede nel Nord Italia, il 30,7% ha una laurea e il 63,1 % lavora. Il 76.1% dei tatuati si è rivolto ad un centro specializzato di tatuaggi e il 9,1% ad un centro estetico, ma ben il 13,4% lo ha fatto al di fuori dei centri autorizzati e ciò può costituire una rilevante fonte di rischio”.

Per quanto riguarda quindi i rischi “il 3,3% dei tatuati dichiara di aver avuto complicanze o reazioni: dolore, granulomi, ispessimento della pelle, reazioni allergiche, infezioni e pus. Ma il dato appare sottostimato. In tutti questi casi, solo il 12,1% si è rivolto a un dermatologo o al medico di famiglia (il 9,2%) e il 27,4% si è rivolto al proprio tatuatore, ma più della metà (il 51,3%) non ha consultato nessuno”.

Secondo i dati Iss il fenomeno tatoo è in crescita e per questo motivo occorre far aumentare l’informazione sulla pratica sicura e sui rischi che si corrono tatuandosi in maniera scorretta.

“Solo il 58,2% degli intervistati è informato sui rischi: la percezione sui rischi considerati più frequenti riguarda le reazioni allergiche (79,2%), l’epatite (68,8%) e l’herpes (37,4%). Mentre, soltanto il 41,7% è adeguatamente informato sulle controindicazioni alla pratica del tatuaggio”.

Info: Iss indagine fotografia tatuaggi in Italia 

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